“OVIDIO 2.0 – Il mutar delle forme ai tempi di internet” - 3 dicembre 2024

Le studentesse e gli studenti sono stati protagonisti nella rappresentazione teatrale:

“OVIDIO 2.0 – Il mutar delle forme ai tempi di internet” che si è svolta presso la Chiesa di San Filippo, in Fossombrone, martedì 3 dicembre 2024, con grande partecipazione anche delle famiglie.

La regista Giulia Bellucci racconta:

"Si è scelto Ovidio e le sue “Metamorfosi” come volano per entrare nel mondo dei ragazzi utilizzando il filtro salvifico della letteratura, a riprova che gli echi delle storie ancestrali, dei miti, possano portare in sé un seme di quello che siamo.

In un mondo sempre più connesso, l’antico ci viene in soccorso.

Tra tutti i testi possibili la scelta è caduta sulle Metamorfosi perché raccontano di incomunicabilità profonde che portano allo scontro senza sconti, di infinite fragilità e di spinte verso l’alto, ma soprattutto sono le storie di mutazioni necessarie, assolute, rigeneranti, per dirla con una vecchia canzone raccontano “come si cambia per non morire”... e di questo l’adolescenza è l’emblema assoluto.

Il tutto calato in una contemporaneità che fa delle tecnologie un pericoloso sacro graal, la meta illusoria e alterata, promuovendo un nuovo linguaggio ancora a tratti confuso e inaccessibile.

Tra tutti i miti in particolare abbiamo scelto quello di APOLLO E DAFNE, il racconto di un amore non corrisposto, di una insistenza malata e oppressiva, di una fuga senza scampo, perché si sa i piedi di un dio vanno troppo veloce per qualsiasi fanciulla. Il dio diventa tale perché nascosto dietro uno schermo, tentacolare perché in grado di capire spostamenti, abitudini, e Dafne, schiacciata da tanta onnipotenza, si accartoccia nella sua fragilità e brama di scomparire. La nostra Dafne però, non avrà la consolazione di diventare sacra pianta, l’alloro dei poeti, ma cercherà l’invisibilità scomparendo dal web, chiudendosi in se stessa lontanissima dal resto del mondo e nella sua storia troviamo l’eco di tantissimi racconti di abusi, revenge porn e stolking troppo presenti nelle nostre cronache.

Il secondo mito toccato è stato Narciso e la sua bramosia di bellezza e perfezione, al punto che anche nello Stige cercherà la sua immagine riflessa. Con lui abbiamo raccontato il mondo delle apparenze, dei fotoritocchi delle applicazioni in grado di renderci perfetti, terribilmente uguali e uniformati, al punto che allo specchio poi si rischia di non ritrovarsi più, al punto che le caratteristiche di ognuno divengono difetti, e il riflesso filtrato dallo schermo del cellulare non riflette noi stessi, ma ci dovrebbe far riflettere sul senso profondo delle immagini profanate. Una sete di perfezione secondo canoni calati dall’alto che ci espropria sempre più di chi siamo.

In ultimo è stato il caso di Icaro, del suo “folle volo” per dirla con le parole del sommo poeta. Un afflato di impossibile, una tensione all’onnipotenza. A sedici anni siamo tutti onnipotenti infondo. Con lui abbiamo colto l’occasione per toccare il mondo delle Challenge, delle famigerate sfide fino all’ultimo respiro, della stupidità inaudita solo per essere “visibili” il tempo di un click. La fragilità che si maschera da impudenza e paga un caro prezzo.

 

Tre storie contenitore, per vedere negli occhi belli dei ragazzi la strada possibile (e difficile), la tensione all’infinito e la forza del cammino.

E per finire con Ovidio “dal cielo gli dei videro queste creature, così imperfette. con la loro precarietà, con la loro fragilità, con il loro affanno per il tempo che fugge. (…)

tutto ciò gli Dèi non conoscono e forse proprio per questo si innamorarono degli umani.”

Allegati

Ovidio2.0.pdf

Ovidio 2.0
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